
Che si tratti di una caldaia a condensazione o tradizionale, che vada a metano, a gpl , ma comunque a marchio CE, dopo la sua scelta e installazione è sempre bene svolgere un’accurata manutenzione.
Per essere “sicure” le caldaie devono soddisfare i requisiti essenziali della direttiva europea 90/396 e devono essere state controllate da un organismo notificato che ne attesta la conformità e ne sorveglia la produzione, come ad esempio l’ente certificatore italiano IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità).
Le caldaie sono apparecchi delicati e, per questo, è meglio non risparmiare né sulla sicurezza dell’impianto, né sull’installazione e manutenzione. Data anche la loro pericolosità, le norme di manutenzione sono molto rigide e restrittive, ma solo per garantire la tranquillità di chi le usa e di chi vi è vicino.
Se l’impianto è a gas, metano o gpl, bisogna stare attenti a che le fiamme non si spengano per mancanza di ossigeno mantenendo però la fuoriuscita di gas. È per questo che, per le caldaie installate all’interno della casa, bisogna per prima cosa provvedere alla realizzazione di prese d’aria che colleghino l’interno e l’esterno della casa. La grandezza di queste prese varia a seconda della potenza dell’apparecchio. Le case nuove sono, generalmente, costruite già a norma, ma per le più vecchie è il caso di adeguarsi alle nuove regole.
Partendo dal presupposto che una caldaia non ben regolata produce meno calore e consuma più combustibile, una manutenzione regolare permette di risparmiare, perché assicura il corretto funzionamento di tutte le parti e quindi evita gli sprechi, mantenendo costante il consumo e diminuendo il costo della bolletta in tutta sicurezza.
La manutenzione deve essere svolta da tecnici o imprese specializzate (in genere suggerite dallo stesso rivenditore), in possesso dei requisiti specificati e richiesti dalla legge e preferibilmente iscritti alla Camera di Commercio e all’Associazione Artigiani. Ogni due anni, inoltre, se si possiedono impianti unifamiliari, bisogna versare gli oneri ridotti.
I suddetti tecnici specializzati devono, al momento dell’installazione, rilasciare la “dichiarazione di conformità dell’impianto” che comporta: la verifica del corretto tiraggio della canna fumaria e del funzionamento dell’intero impianto.
È poi necessario provvedere alla manutenzione periodica degli impianti, che deve essere eseguita almeno una volta l’anno, seguendo le indicazioni riportate nel libretto di istruzioni.
Oltre alla manutenzione ordinaria, ogni due anni, va eseguito il controllo del rendimento di combustione. Tale operazione, misura la sostenibilità ambientale dell’impianto che si ottiene misurando i valori dei fumi emessi in atmosfera e indicando l’efficienza con cui la caldaia brucia il combustibile.
Nel caso di apparecchi a gas a camera aperta, questa prova serve anche per verificare l’efficienza del sistema di scarico fumi nel locale di installazione, che potrebbe essere fonte di incidenti molto pericolosi.
I risultati ottenuti devono poi essere comunicati alla provincia e al comune di appartenenza.
Il consiglio è comunque quello di stipulare con l’azienda installatrice un contratto di manutenzione preventiva e programmata, per anticipare gli eventuali guasti e malfunzionamenti e per tenere sotto controllo in maniera costante l’impianto.
Il contratto dovrebbe prevedere:
- l’esecuzione delle operazioni di manutenzione necessarie per garantire la sicurezza e il funzionamento delle apparecchiature d’impianto;
- la prova biennale di rendimento di combustione;
- la tenuta e l’aggiornamento del Libretto di Impianto a cura dell’impresa;
- la compilazione del modello G, da trasmettere a comune e provincia per
- l’autodichiarazione;
- l’impegno dell’impresa a intervenire con rapidità in caso di urgenze;
- il rilascio, dopo ogni intervento, di una bolla di lavoro, valida anche a fini fiscali.
La legge, inoltre, stabilisce che ogni impianto di riscaldamento autonomo sia provvisto di un “Libretto di Impianto” che viene rilasciato all’atto dell’installazione e ne segue la vita. Per le caldaie già attive questo deve essere fornito dall’impresa che effettua la manutenzione annuale. Questo documento ufficiale, che deve poter essere esibito in caso di necessità ai controlli di comuni e province, deve riportare tutte le operazioni effettuate sulla caldaia, ordinarie e straordinarie, e i risultati delle verifiche biennali.
La responsabilità del suo aggiornamento è dell’occupante della casa, ma deve essere compilato dal tecnico.
Se non avete comprato voi la caldaia e l’avete semplicemente trovata in casa, è bene contattare un’azienda con i requisiti specificati.